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RAVO: Caravaggio e Street Art a cielo aperto

Da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio ad Andrea Mattoni detto RAVO

 

ravo_angeraA chi è nato e vive in provincia di Varese è capitato o capiterà di ammirare delle rappresentazioni di opere del Caravaggio e altri artisti classici dipinte sui muri delle città. Sono i murales di RAVO, alcuni esempi sono La cattura di Cristo a Varese (prima opera caravaggesca dell’artista rappresentata nel 2016), il Fanciullo con canestra di frutta ad Angera e Il suonatore di Liuto a Gemonio.
RAVO è un artista italo-svizzero che ha maturato varie esperienze espressive partendo dagli anni ’90, periodo in cui si è occupato della tecnica a bombolette spray, per poi dedicarsi agli studi presso l’Accademia di Brera che gli hanno dato l’opportunità di approfondire temi ed aspetti della grande tradizione pittorica italiana. Questo percorso gli ha consentito di coniugare l’arte di strada con la pittura figurativa classica utilizzando tecniche del tutto innovative rispetto ai soggetti rappresentati.

La luce del Vero

 

caravaggio_vocazione_san_matteo_luceSe RAVO ha una presunta predilezione per Caravaggio, ciò deriva dall’importanza del modello di resa pittorica della luce, quasi abbagliante, a contrasto con ombre profonde nelle opere del Maestro. Tale contrasto ben si dispone alla percezione visiva delle opere di RAVO, di grandi dimensioni e fruibili esclusivamente alla luce naturale di un ambiente urbano che ne viene sensibilmente nobilitato. Le sue opere si installano in un luogo che normalmente non è predisposto alla conservazione dei capolavori dei classici, tuttavia, la sinestesia tra arte museale ed ambiente urbano è più che convincente. RAVO rende le città musei a cielo aperto dove la luce naturale delle strade e del sole mette in risalto le opere artistiche.
Non solo il tema della Luce è importante nella struttura dell’opera del Caravaggio, proviamo quindi ad identificare quali siano gli aspetti di novità nel panorama pittorico che scaturiscono dal modello caravaggesco.

 

 

 

Il rivoluzionario metodo pittorico del Caravaggio:

Bozzetti e schizzi

Il primo aspetto riguarda la sua scelta di dipingere senza linee guida di un bozzetto, contrariamente a quanto previsto nella prassi di tradizione manierista. Siamo però autorizzati a ritenere che il Caravaggio abbia abbozzato degli schizzi preliminari che sarebbero stati in seguito distrutti dallo stesso.
L’idea nasce da studi fatti in laboratorio nei quali emerge che il Merisi incideva direttamente sulla preparazione ancora morbida della tela, operando poi degli abbozzi facendo particolare attenzione al trattamento dei toni chiari.

 

Ripresa della natura

Il secondo aspetto peculiare del modello caravaggesco è l’urgenza di rappresentazione della realtà prima che degli aggiustamenti estetici richiesti dai committenti. Al contrario la tradizione pittorica prevedeva uno studio preliminare dei modelli ideali per poi arrivare alla verifica sul naturale.
A questo proposito alcune delle opere del Caravaggio, infatti, furono contestate per quegli aspetti troppo naturalistici che offendevano il convenzionale senso di rispetto verso il soggetto dipinto, soprattutto se religioso.
Basti ricordare il San Matteo e l’angelo, di cui ne esistono due versioni: una prima più realista scartata dai committenti e una seconda, aggiustata seguendo i canoni di bellezza religiosa del tempo (RAVO ne ha realizzato un particolare – l’Angelo – a San Paolo del Brasile).

 

Uso della prospettiva

Altro elemento costitutivo del modello di Caravaggio è l’uso della prospettiva con la sovrapposizione di più piani prospettici maturata grazie allo studio dei pittori del ‘400 e ‘500. La cifra del genio del Caravaggio sta nell’utilizzo dell’indagine empirica della Luce per veicolare l’attenzione sulla sua visione naturalistica. Questo aspetto si inserisce mirabilmente nella tradizione pittorica tipicamente Lombarda. Tale tradizione, ripresa dal Caravaggio, differisce dall’uso della luce da parte della tradizione veneziana fondata sul colore. I bianchi del Merisi infatti sono trasparenti e separati dal colore con effetti variabili di intensità e di stesura.

 

Il classicismo moderno

Il Caravaggio passò di moda nell’’800 per poi essere riscoperto nel ‘900. In quel periodo gli fu riconosciuta la rivoluzionaria portata della sua concezione legata alla ricerca Vero, bello o brutto che sia, più che alla ricerca della bellezza ideale.
Oggi RAVO prende l’avvio da un maestro rivoluzionario e innovatore non solo per rendergli omaggio e diffonderlo ad ogni latitudine ma anche per reinventare un modo, ancora più estremo per diffondere l’arte del bello e del vero, in luoghi non convenzionali ma certamente più alla portata di tutti.ravo_allopera_murata

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