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L’acqua raccontata dagli artisti: la Nascita di Venere

Con questa crisi idrica in atto, abbiamo pensato di proporre per tutto il mese di luglio, settimanalmente, un quadro famoso che, anche senza averlo come scopo principale, ci ricorda quanto l’acqua sia fondamentale e salvifica. Ci mettiamo nelle mani degli artisti per sensibilizzare i nostri lettori, proponendo una chiave di lettura un po’ più artistica ed emozionale.
Oggi parliamo della Nascita di Venere di Botticelli, 1485 d.C.

 

La Nascita di Venere

Nascita di Venere

Copyright MiBact 2017 Le Gallerie degli Uffizi, Firenze

Era la fine del 1400 quando Botticelli propose, in un modo che diventerà magistrale e iconico, la sua Venere, traendo principalmente ispirazione dalla mitologia greca cantata sia da Omero che da Esiodo.

La Venere del Botticelli infatti è la “loro” Afrodite, dea della bellezza e dell’amore che nasce dalla spuma del mare.

 

Tra mitologia e immaginario artistico

Oltre alla letteratura mitologica, Botticelli potrebbe essersi ispirato ad antichi dipinti di Pompei con Afrodite, divenuta Venere ai tempi del nostro pittore, adagiata in una conchiglia.

 

Il dipinto memorabile

È un dipinto su tela di lino, realizzato per la villa medicea di Castello e ora conservato presso le Gallerie degli Uffizi di Firenze. Raffigura Afrodite che approda sull’isola di Cipro. La Dea, nata dalla schiuma del mare, è sospinta a riva dai venti Zefiro e Aura.

 

Bella come una perla

La Dea sta sopra la valga della conchiglia ed è bella e pura, una di quelle che viene identificata come una delle grazie, le porge un manto di fiori, sono rose ad identificare il periodo della primavera. Fu il poeta Poliziano ad identificare questa simbologia come amore e bellezza.

Nel dipinto compaiono anche degli alberi d’arancio che probabilmente simboleggiano il nome dei committenti (i Medicei).

L’atteggiamento ludico di Venere è  probabile che derivi da un certo tipo di statue prese in riferimento dal Botticelli nel periodo classico.

L’acqua e la mitologia ci regalano un’opera ironica che ci accompagnerà per sempre.

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